Ai primi di agosto del 1988 un muro di fuoco incendiò il cielo di Canna. Il devastante incendio, forse doloso, procedeva indisturbato verso il paese. Gli abitanti osservavano impotenti. In poche ore andò in cenere ciò che la natura aveva creato nei secoli: querce secolari, pini giganti, la lussureggiante macchia mediterranea. Anche la fauna subì un lutto di pare nefandezza. Trentacinque anni dopo la natura si è ripresa il territorio. Le varietà botaniche continuano a proliferare. Sembra non sia successo nulla. Come monito, restano sinistri alberi spogli.